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POST COVID, L’ENOTURISMO RIPARTE DA PASQUA

Nell'anno della ripartenza, le festività pasquali segnano il ritorno del turismo nazionale e internazionale, nonostante la guerra in Ucraina

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POST COVID, L’ENOTURISMO RIPARTE DA PASQUA

Nell’anno del riscatto post pandemico, le festività pasquali segnano la ripartenza del turismo nazionale e internazionale, nonostante alcune ombre dovute alla guerra in Ucraina. In Italia stanno arrivando i primi segnali di ripresa con gli alberghi che sono tutti aperti e i visitatori che stanno tornando. C’è tanta voglia di viaggiare e tornare alla normalità per Pasqua, per il ponte del 25 Aprile e per l’estate 2022.

Una recente ricerca, commissionata a SWG da Trainline, svela che il viaggio è in cima ai desideri del 55% degli italiani che, in linea con una tendenza decisamente positiva, ora sognano itinerari slow, sostenibili e consapevoli. Tra questi, vacanze fuori porta, magari in bici tra le vigne, come scrive Vanity Fair. Chi ama la natura e i grandi vini prenda la bicicletta e inizi a pedalare andando per vigne, lungo strade non asfaltate, viottoli di campagna, per un mix di ciclo ed enoturismo. Si pedala osservando filari di viti incorniciati da paesaggi unici. «Per capire un vino bisogna andare tra le vigne» diceva Luigi Veronelli ".

«Questo è l'anno della ripartenza» ha detto il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia all’inaugurazione della Bit, la Borsa Internazionale del Turismo che è tornata in presenza, quest'anno. L'estate del turismo italiano, secondo il ministro andrà «molto bene. Da maggio avremo le stesse regole degli altri paesi e l'Italia giocherà la sua partita alla grande». «L'impegno più grande, da maggio in poi, è dare un messaggio di serenità. Gli operatori sono pronti a ricevere turisti, a mandare gli italiani all'estero. Abbiamo solo voglia di ripartire», ha concluso.

Secondo una recente indagine di Demoskopika, che l'Ansa aveva pubblicato in anteprima alla Bit, sono poco più di 92 milioni gli arrivi e quasi 343 milioni di presenze tra italiani e stranieri in Italia, con una crescita rispettivamente pari al 43% e al 35% rispetto al 2021. Una tendenza in crescita, dunque, seppur ancora lontana dallo scenario del 2019. Secondo l’indagine, prevale la vacanza "nazionalista": 9 italiani su 10, pronti a fare le valigie, la trascorreranno nel Belpaese. Sul versante opposto, il 10% ha in programma di recarsi all'estero; di questi il 7% ha programmato il viaggio in una destinazione europea, mentre il rimanente 3%, opta per una vacanza internazionale. La guerra, e ancora la pandemia, condizionano il turismo italiano: il 31% di connazionali ha rinunciato alla vacanza per i prossimi mesi, il 10% lo fa per timore degli effetti del conflitto in Ucraina e l'8% per il persistere del Covid e delle sue varianti.

Per l'anno in corso, però, si stima l'assenza dall'Italia di oltre 300 mila turisti ucraini e russi con una riduzione di 2,4 milioni di presenze e una contrazione della spesa turistica per quasi 180 milioni di euro. In un recente articolo pubblicato dal Sole 24 Ore, Global Blue (attiva nel settore del tax free shopping) ha divulgato un approfondimento sulle attività dei turisti russi e ucraini in Italia, per valutare quali mete italiane rischiano di subire gli impatti maggiori. «I russi hanno sempre avuto un’importanza significativa per il tax free shopping italiano. Nel 2019, infatti, rappresentavano la seconda nazionalità per acquisti (12% del totale del mercato). Nel periodo gennaio 2021 - febbraio 2022, a seguito della pandemia e delle restrizioni legate al Covid, il volume di acquisti tax free dei russi in Italia è diminuito rispetto al 2019, ma questa nazionalità ha comunque fatto registrare uno scontrino medio significativo, pari a 1.215 euro (+78% rispetto al 2019). Nel 2021 la meta di shopping preferita dai turisti russi è stata Milano, con il 39% delle vendite totali, seguita da Roma con il 17% degli acquisti tax free, Venezia e Firenze.

A pochi giorni dall’inizio della guerra in Ucraina si registrava un rallentamento delle prenotazioni. Che i venti di guerra generino timori è inevitabile. Il turismo è un’economia di pace, che favorisce l’integrazione e gli scambi culturali tra i popoli. Solo a Pasqua l'assenza dei visitatori provenienti da Mosca e dalle altre città della Federazione governata da Putin si tradurrà in alcune decine di milioni di euro di mancati incassi per le nostre strutture ricettive, scrive Il Messaggero, e la guerra sposta in avanti il ritorno di molti flussi attesi. Dell'Italia i russi amano l'arte, l'ambiente, la moda, lo stile, ma anche il cibo e i vini, veri e propri ambasciatori che nel tempo hanno contribuito a forgiare quell'immagine di Paese che attrae più di tutti anche i turisti e i visitatori dell’Est. Il Sole24 ore, in un articolo, ricorda che gli ospiti russi con alta capacità di spesa, che scelgono soprattutto la Toscana e la Sardegna, sono ogni anno oltre 400 mila. «Il turismo russo in Italia pesa circa l'1% come presenze e circa il 2% come fatturato quindi ha un suo peso» ha detto di recente il ministro del Turismo Massimo Garavaglia in un’intervista a Mattino Cinque News riflettendo sulle conseguenze e le ricadute della guerra. «Stiamo lavorando molto concretamente - ha aggiunto - e gli incontri che abbiamo fatto a Bruxelles vanno proprio in questa direzione: trovare soluzioni concrete per recuperare tutto il resto e consentire ai nostri cittadini di viaggiare e fare turismo serenamente, agli stranieri di venire serenamente in Italia e agli operatori di poter lavorare e fare fatturato».

L’Italia continua a dominare come meta preferita per i turisti d’alto di gamma e ha un primato indiscusso per bellezza e attrattività di paesaggi, cultura ed esperienza enogastronomica, si legge in uno studio di Altagamma. L’Italia è un Paese ricco di bellezza diffusa sul territorio. I turisti post pandemia lo sanno bene e sono ancora più attenti al food and wine. Il patrimonio culturale immateriale culinario è decisivo nella scelta del viaggiatore moderno.

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